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Progetto Europa



 

IL RUOLO DELL'EUROPA


Il geografo tedesco Friedrich Ratzel, autore di Politische Geographìe (1897) elabora certi concetti fondamentali, in particolare per quanto riguarda lo spazio, a cui si ispirano i geopolitici.
Il britannico H. Mackinder esprime l'idea (nel 1904) che il cardine del mondo, in ragione della sua massa terrestre, sia costituito dalla parte continentale dell'Eurasia. Secondo Mackinder (carte I e 2) che a varie riprese ritorna su questa delimitazione geografica del cardine (nel 1919 e nel 1943) la potenza che controlla questa massa terrestre - prima potenzialmente la Germania, poi l'Unione Sovietica, ora la nascente potenza asiatica, la Cina - minaccia le potenze marittime, ieri la Gran Bretagna, oggi gli Stati Uniti, che controllano l'isola mondiale (World Island), ovvero il nostro pianeta. I fattori che Mackinder inserisce progressivamente nell'evoluzione della sua tesi sono le comunicazioni (compresa l'aviazione), la demografia e l'industrializzazione. Nel 1943 egli respinge la sua teoria del 1919, per cui lo Stato che controlla il cardine dominerà l'isola mondiale. L'americano Maban, precursore della geopolitica, già da 1900 (The Problem of Asia and its effect upon International Poiltics) propone l'idea che l'egemonia mondiale delle potenze marittime possa essere mantenuta attraverso il controllo di una serie di punti d'appoggio attorno al continente euroasiatico. E' una visione che prefigura il concetto di World lsland di Mackinder, pur arrivando a conclusioni strategiche opposte: le potenze marittime dominano, imprigionandole, le potenze terrestri. La teoria del contenimento, nata dalla guerra fredda trova qui il suo nucleo di base.
Le concezioni geopolitiche, sistematizzate dallo svedese Rudolf Kjellen, sono riprese soprattutto dai geopolitici tedeschi e in particolare da Karl Haushofer (1869-1946). La geopolitica tedesca si sviluppa secondo tre linee: il concetto di spazio (Raum) sviluppato da Ratzel: la necessità per una grande potenza di avere spazio; il concetto di isola mondiale enunciato da Mackinder, che implica la potenza marittima; e l'asse Nord/Sud dei continenti sostenuto da Haushofer. Quest'ultima teoria si ritrova oggi nella politica euroafricana dell'Europa occidentale.
l.'americano N. J. Spykman , ispirandosi a Mackinder, ne adatta le teorie alla situazione degli anni trenta. Egli conclude che solo un'alleanza anglo-americana (potenze marittime) e russa potenza terrestre) può impedire alla Germania di controllare le regioni costiere euroasiatiche e di conseguire così il dominio del mondo. Egli rifiuta dunque le conclusioni strategiche di Mackinder sull'importanza del controllo del cardine del mondo, privilegiando il controllo dell'anello o fascia marittima (Rimland). Anche se talvolta troppo sistematica, la teoria geopolitica stimolante, pur di non cadere nel determinismo geografico e di considerare l'insieme dei dati nel rapporto di forze. A nostra volta tracciamo un approccio di questo tipo più conforme ai dati attuali.
Il controllo del pianeta avviene attraverso tre fattori: l'economia, la politica e il potere militare. Se viene meno la supremazia economica gli altri due aspetti si esauriscono rapidamente. Se vi è una supremazia economica ma viene meno la politica vuol dire che manca una strategia, quindi non si ha potere. Se abbiamo tutto ma manca la forza militare non si può elaborare nessuna strategia, si è alla mercé del potere altrui.
Se esaminiamo la situazione attuale vediamo che l'unica superpotenza mondiale, gli USA hanno in sé la supremazia politica economica e militare, hanno una strategia, controllano buona pare delle fonti energetiche e dispongono di punti d'appoggio in tutti i continenti che garantiscono la possibilità di intervenire in qualunque area di crisi.
Negli ultimi tempi abbiamo rilevato che l'economia mondiale presenta notevoli difficoltà. Paesi del Sud America versano in una crisi profonda, Paesi arabi e del Medio Oriente forniscono sempre più immigrati, come prova delle difficili condizioni in cui vive la popolazione.
Giganti come il Giappone non riescono ad uscire da una situazione di recessione. Gli stessi USA come del resto tutti i Paesi industrializzati rilevano di anno in anno una crescita del prodotto interno lordo (PIL) sempre più modesta.
Se la crisi economica dovesse farsi più pesante si avrebbe la destabilizzazione di molti stati con il rischio di guerre.
L'Europa è al centro del sistema geopolitico mondiale, per cultura, civiltà, mezzi economici e conoscenze scientifiche, può aspirare ad una posizione di prestigio e non semplicemente come alleato ausiliario della superpotenza americana.
L'Europa per contare deve guardare ad est, non solo deve guardare alla Polonia, Romania, Paesi Baltici ma anche alla Russia.
La Russia è l'altra parte dell'Europa, se politicamente si unirà all'Occidente europeo, si realizzerà quel sogno di grande Paese che va dall'Atlantico al Pacifico che renderà lontano il rischio di guerre perché sarà elemento di equilibrio e di stabilità mondiale.
I motivi sono evidenti: questo grande paese disporrebbe di risorse economico-finanziarie, di capacità scientifiche e si doterebbe di strumenti militari da non dipendere da nessuno. Nello stesso tempo non avrebbe bisogno di condizionare gli altri continenti perché ha tutto e quindi non può essere ricattato.
Ben diversa è la posizione degli USA che devono ricorrere oltre agli strumenti economici anche a quelli militari per poter contenere una situazione sempre più difficile. La guerra infinita al terrorismo è parte di una strategia di controllo di paesi che non vogliono omologare il loro comportamento agli interessi della superpotenza.
Come dice lo studioso Virgilio Ilari da due secoli i problemi sono ormai di interesse mondiale e sono state fatte due guerre mondiali per impedire che l'Europa diventasse uno stato unico cioè in grado di rendere marginali le potenze marittime.
Gli USA nei prossimi decenni perderanno la loro supremazia economica per questo puntano su una supremazia militare ma, questo non può bastare, il rischio di scontri bellici potrebbero diventare inevitabili. Per questo l'Europa deve giocare un suo ruolo indipendente se vuole evitare i rischi di un futuro imprevedibile.
Sul tema del ruolo dell'Europa intendiamo porre la nostra attenzione.





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